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giovedì 22 settembre 2011

Preludio d'organo (ottobre 2011)



PRELUDIO D’ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)

1° ottobre 2011 ore 17, 30


PROGRAMMA

«Musica italiana per organo tra Otto e Novecento

nel 150° dell’Unità Nazionale e

della nascita di Marco Enrico Bossi» [VI]



Marco Enrico Bossi

trascrittore di «musica antica»


Giovanni Battista Pescetti (ca. 1704 -1766)

Allegro in do [trascr. di M. E. Bossi]

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Aria variata in la BWV 989

Girolamo Frescobaldi (1583-1643)

Toccata [trascr. di M. E. Bossi]


Michele Bosio, organo


sabato 17 settembre 2011

MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925) «ORGANISTA PRINCIPE» (E. Bontempelli)




MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)

«ORGANISTA PRINCIPE» (E. Bontempelli)


Cremona, 25 settembre 2011 (10,30-12,30/16,30-18,30)


Giornata di studio in occasione del 150° anniversario della nascita

promossa dalla Commissione musicale dell’A.D.A.F.A.

«Amici dell’Arte-Famiglia Artistica» (Sodalizio cremonese fra artisti e amatori d’arte)

presso la sede dell’Associazione in via Palestro, 32


Interverranno


Andrea Macinanti, organista e musicologo

Gian Enzo Rossi, direttore delle Edizioni TACTUS


coordinatore Michele Bosio




La ripresa dei lavori promossi dalla Commissione musicale dell’A.D.A.F.A. (Evelino Abeni, Raffaella Barbierato, Antonio Beltrami, Michele Bosio) quest’anno sarà segnata da un evento di particolare rilevanza storica e respiro culturale.

La fortunata coincidenza tra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e il 150° della nascita di Marco Enrico Bossi (1861-1925) – il più grande organista italiano vissuto a cavallo dei secoli XIX-XX – ha fornito lo spunto per cercare di fare un po’ di chiarezza sulla cosiddetta «Bossi-Renaissance». Ovvero sul grande lavoro di studio, pubblicazione e diffusione che da circa vent’anni vede impegnato l’organista bolognese Andrea Macinanti nella duplice veste di curatore e interprete. Infatti, l’editore Carrara di Bergamo ha in corso di stampa l’edizione dell’opera integrale per organo di Bossi in 9 volumi, mentre la casa discografica TACTUS – che quest’anno compie 25 anni di attività – ne sta realizzando la registrazione integrale (6 dei 20 CD in programma sono stati recensiti entusiasticamente dalla critica musicale internazionale).

Domenica 25 settembre – presso la sede dell’A.D.A.F.A. in via Palestro n° 32 – avrà luogo la Giornata di studio dedicata a Marco Enrico Bossi (1861-1925) «organista principe» con protagonisti Andrea Macinanti (organista e musicologo) e Gian Enzo Rossi (direttore delle Edizioni TACTUS). Il programma si articolerà nel seguente modo: ore 10.30-12,30 – Vita e arte del Maestro – 1. Michele Bosio, Sulle commemorazioni della morte di Marco Enrico Bossi a Cremona 2. Gian Enzo Rossi, Un titanico progetto: la registrazione integrale delle opere per organo di Marco Enrico Bossi; 16.30-18.30 – Opera omnia in edizione critica e discografica 3. Andrea Macinanti, Marco Enrico Bossi, l’organista dalle mille anime; a seguire tavola rotonda con i protagonisti della giornata a cui potranno partecipare tutti gli interessati, coordinatore Michele Bosio.


***


Questo breve, ma significativo excursus patriottico – opera dell’eclettico letterato cremonese Ubaldo Ferrari, all’indomani dell’improvvisa scomparsa di Marco Enrico Bossi – sintetizza perfettamente i tratti salienti della Sua ineguagliata statura artistica: la grande popolarità di cui godeva all’estero – soprattutto come organista – e l’inesauribile vena melodica che riversava nella copiosa musica dall’inconfondibile idioma italico.


«[Marco Enrico Bossi] era ancora più vivo all’estero dei suoi grandi compagni, Martucci e Sgambati. [...] nessuno, all’estero si permetteva di discutere sopra il suo nome di compositore e di esecutore. [...] L’Italia! Era annunziato un suo concerto e il nome d’Italia gli era d’accosto. Nel mentre le sue mani toccavano l’organo, con i suoni magicamente combinati, voci represse sussurravano con il suo, l’altro nome a lui dilettissimo. Nel plauso del pubblico commosso, nel consenso entusiastico ormai consuetudinario della critica, i due nomi erano sposati in un connubio pieno di orgoglio e di vertigine d’amore.

[…] Egli […] intonando le visioni dell’anima sua nella meditazione dello scritto o nella liberazione spontanea dell’improvviso, sentiva oltre la dottrina, oltre la scienza che dava armonia alle linee e finitezza di slancio alle architetture, sgorgare incomprimibile, quasi voce della patria, la nostra, tutta nostra, alata melodia. E questa era per lui poesia ed incanto, aspirazione e preghiera, compenso e pace... Quella pace che non più inconsapevole o dimentica, tardi pur troppo, l’Italia intera gli ha supplicato al suo fatale ritorno sul mare».


***


Marco Enrico Bossi si formò al conservatorio di Milano con Polibio Fumagalli (organo), Francesco Sangalli (pianoforte), Carlo Boniforti, Cesare Dominiceti e Amilcare Ponchielli (composizione). Fu poi nominato organista e maestro di cappella del duomo di Como (1881-89), insegnante di organo al conservatorio di Napoli (1890-95), insegnante di composizione e direttore dei conservatori di Venezia (1895-1902), Bologna (1902-11) e Roma (1916-23).

Acclamato interprete, compositore e didatta (a lui si deve la riforma dei programmi di studio dei conservatori in Italia), Bossi fu il primo italiano a divenire concertista di fama internazionale. Fu insignito delle più alte cariche del Regno, aggregato come socio onorario alle più prestigiose Accademie italiane e straniere ed ebbe la stima e l’amicizia di grandi musicisti e letterati. Tra questi basti citare Giuseppe Verdi – che da Busseto gli scriveva: «Inutile che le dica che tutte queste sue composizioni sono fatte in modo magistrale...» – Arrigo Boito, Giacomo Puccini, Jules Massenet, Camille Saint-Saëns, Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio. Morì sul bastimento francese “De Grasse” durante la traversata dell’Oceano Atlantico da New York a Le Havre, di ritorno da una trionfale tournée negli Stati Uniti.


IL 25° ANNIVERSARIO DI CASA TACTUS - Intervista a Gian Enzo Rossi & Giuseppe Monari





L’avventura della TACTUS – fondata nel 1986 da Serafino Rossi (1927-2009), un imprenditore bolognese di grande successo – iniziò per pura passione nel nome di autori «italianissimi» come Frescobaldi, Monteverdi, Vivaldi, etc. e sin dai primissimi dischi pose la massima attenzione a opere e autori dimenticati, promuovendo un incredibile numero di prime registrazioni mondiali. Abbiamo chiesto a Gian Enzo Rossi (direttore della TACTUS) e Giuseppe Monari (responsabile artistico e di produzione) di «fare il punto della situazione» dopo un quarto di secolo trascorso tra pionieristici progetti musicali e successi editoriali, ma anche tra incertezze e preoccupazioni legate a un periodo fosco per la cultura musicale, come quello odierno.


Gian Enzo Rossi (direttore della TACTUS)


Suo padre – Serafino – dopo gli studi di farmacia, si era dedicato con successo al commercio riuscendo in sintesi a coniugare passione per la musica e abilità imprenditoriale; anche Lei proviene da un percorso vario ed eclettico?

Dopo la maturità, a 19 anni nel 1977 mi sono trasferito a Sydney in Australia dove ho studiato economia aziendale e intrattenuto interessanti esperienze professionali (import e distribuzione, turismo/viaggi, etc.). Nel 1982 sono rientrato in Italia per specializzarmi ulteriormente dal punto di vista professionale e affiancare quindi mio padre nell’attività imprenditoriale di famiglia (pelletteria). Assieme abbiamo ottenuto grandissimi risultati portando la nostra azienda alla fine degli anni novanta a una posizione di leader di mercato. Da sempre amante e appassionato di musica, ho studiato da autodidatta e suonato la batteria a livello assolutamente amatoriale. Fin dalla fondazione dell’etichetta, ho affiancato mio padre – con cui, devo ammettere, ho goduto di un rapporto sempre speciale – nel cercare di affermare TACTUS nel difficile e competitivo mercato della musica. Dopo aver lanciato nel 2000 con mia sorella un nuovo progetto ancora nel settore della pelletteria, dal 2009 – qualche mese prima della scomparsa di mio padre – mi sono dedicato a TACTUS a tempo pieno.


Si può tranquillamente affermare che l’etichetta bolognese ebbe l’intuito di scoprire veri e propri talenti, quali: Alessandrini, Alvini, Gini, Sardelli, Vartolo, Macinanti, Tasini, etc. Qual’ è il Suo rapporto con gli artisti di «casa»?

Ho iniziato a intrattenere rapporti con gli artisti solo dopo la scomparsa di mio padre, quasi 2 anni fa – fino ad allora mi occupavo essenzialmente di distribuzione e logistica lasciando a lui la responsabilità della produzione – da subito e da tutti ho potuto percepire l’altissimo livello di stima, apprezzamento e senso di riconoscenza che gli esecutori avevano per mio padre e per TACTUS. Con alcuni ho un rapporto di vera e propria amicizia, ma con tutti – devo dire – sono riuscito a instaurare una bellissima relazione; sviluppiamo e realizziamo progetti in assoluta partnership investendo su un obiettivo comune e perfettamente condiviso.


Sfogliando il corposo catalogo TACTUS è impossibile non notare veri «fiori all’occhiello» come l’integrale delle opere per tastiera di Frescobaldi, ma anche una cinquantina di cd consacrati alla maestria del «Prete rosso», nonché un nutrito numero di incisioni dedicate a Monteverdi, Marenzio, Corelli, Martini, etc. E non dimentichiamo la titanica impresa delle opere per organo di Marco Enrico Bossi. Potendo scegliere, quali sono i prodotti di cui va più fiero?

Sono sinceramente innamorato di tutti i nostrai progetti ma devo ammettere che l’integrale dell’opera per tastiera a stampa di Girolamo Frescobaldi è quello di cui vado più orgoglioso e per il quale nutro un particolare affetto. Mio padre produsse le prime Toccate con Sergio Vartolo nell’ormai lontano 1986 – proprio l’anno della fondazione della nostra etichetta – ed assieme realizzammo, poco prima della sua scomparsa, l’ultima produzione: Recercari, et Canzoni Franzese fatte sopra diversi oblighi in partitvra con Francesco Tasini sullo splendido organo Malamini di San Procolo appena restaurato. Quest’opera in 12 CD (recensita con 5 stelle sul periodico nazionale «Musica») sintetizza perfettamente lo qualità, lo spirito e la missione della nostra etichetta!


In un mondo discografico in cui nemmeno le major – come DG, Decca, Sony... – sono esenti da problemi di mercato, qual’è la politica commerciale di casa TACTUS?

Il mondo discografico sta subendo da tempo cambiamenti molto importanti a causa del diverso modo e dei diversi strumenti con cui il pubblico oggi fruisce della musica! Certamente crediamo in un continuo e ulteriore sviluppo nel nuovo mercato del digitale (già da tempo tutto il nostro catalogo è disponibile per il download su i maggiori stores specializzati: amazon.com iTunes music store, etc.) che riteniamo però solo complementare al mercato del CD, in cui crediamo sempre più e su cui – attraverso una continua attenzione alla qualità del prodotto – stiamo investendo moltissimo riservando sempre maggior cura a ogni elemento: suono, contenuti artistici e note del libretto. Di recente anche la classica e storica immagine delle nostre copertine è stata adeguatamente modernizzata e rafforzata. Sul mercato Italiano col nostro distributore – Sound & Music – abbiamo un rapporto assolutamente fantastico e, nonostante il momento di depressione, riusciamo a trovare strumenti sempre nuovi e idee efficaci per dare maggiore visibilità e diffusione al nostro catalogo. Nei prossimi mesi lanceremo un sito web – www.tactus.it – completamente nuovo attraverso il quale intendiamo, con l’intensificazione della nostra azione di networking, comunicare col nostro pubblico in modo sempre più preciso e puntuale.


Poco prima di «andarsene» Suo padre concesse un’intervista proprio a «Musica» (n. 210) in cui dichiarava di potersi considerare soddisfatto ad avere sfiorato il traguardo dei 500 titoli; superata con successo «la boa», potrebbe parlarci dei progetti futuri che più Le stanno a cuore?

A parte l’obiettivo di raggiungere un giorno (probabilmente per il nostro 50° anniversario) i 1000 titoli di catalogo, fra i progetti correnti quello che mi appassiona maggiormente è quello dedicato a Marco Enrico Bossi su cui oggi stiamo lavorando, non solo sull’opera organistica in collaborazione con l’amico Andrea Macinanti (i primi 5 voll. sono stati recensiti su «Musica» con 5 stelle), ma anche sulla meravigliosa produzione di musica da camera e vocale. Abbiamo però veramente tantissimi importanti progetti da iniziare e da portare a termine: l’opera integrale di Claudio Merulo, una bellissima collaborazione e una serie dedicata alle settimane musicali del Teatro Olimpico di Vicenza, la conclusione dell’opera omnia per tastiera di Alessandro Scarlatti, etc.


Giuseppe Monari (Responsabile di produzione, Direttore Artistico, tecnico del suono)


Qual’è la Sua formazione musicale? Come e quando nasce la Sua attività in TACTUS?

La mia formazione musicale nasce con gli studi di pianoforte e di Organo e Composizione Organistica sotto la guida dei maestri Andrea Macinanti, Davide Masarati, e successivamente Luigi Toja, presso il Conservatorio «Nicolini» di Piacenza, arricchita poi da vari corsi in ambito organistico e non; questa formazione di base è cresciuta e continua a crescere di giorno in giorno ‘sul campo’, in quanto seguendo da vicino tutte le produzioni si scopre sempre qualcosa di nuovo, è un progresso incessante, e da tutti c’è qualcosa da imparare. In fin dei conti credo sia questo il ‘corso’ più importante in assoluto. La mia attività in TACTUS nasce verso la fine degli anni novanta, con collaborazioni come tecnico del suono che sono diventate via via sempre più frequenti, fino al ruolo di responsabile artistico e di produzione, ricoperto oggi.


Come nasce un’incisione di casa TACTUS? Potrebbe tracciare un iter standard – qualora vi fosse – di un vostro progetto discografico?

Non c’è un vero e proprio iter, oggi siamo letteralmente sommersi dalle proposte di tantissimi artisti, ed è un’impresa riuscire a vagliarle tutte in tempi brevi; diciamo che – al di là dei musicisti che da più o meno tempo gravitano stabilmente intorno alla nostra produzione – il primo passo è quello di prendere contatto con l’esecutore o gli esecutori e appurare assieme il nostro effettivo interesse per il progetto, anche a seconda della sua attuabilità secondo i canoni musicali ed estetici che ci prefiggiamo; dopodiché si procede accordandosi di volta in volta a seconda delle esigenze, che sono le più disparate, dipendentemente dagli organici, dai periodi delle musiche proposte, dalle location, etc., cercando di lasciare operare i musicisti in modo che si trovino a loro agio il più possibile nel dare il loro imprinting musicale alla realizzazione. In tanti casi poi – oggi sempre più frequenti – ci vengono proposti master già completi e pronti per la stampa, e in questo caso dobbiamo solamente vagliarli per vedere se accettarne o meno la pubblicazione.


Qual’è il Suo rapporto con gli artisti di casa TACTUS con cui ha lavorato durante questi anni? Ci sono degli aneddoti particolari di cui vorrebbe parlarci?

Beh, questa domanda meriterebbe una risposta lunghissima: in tanti anni ho conosciuto una marea di musicisti, con la maggior parte dei quali ho stretto profondi rapporti di stima e di amicizia. Essere compartecipi a un progetto, in cui la passione per la musica fa da denominatore comune, è in ogni caso qualcosa di più del semplice lavorare assieme. Mi ritengo doppiamente fortunato, perché l’arricchimento non è solo musicale, ma anche umano, e questa caratteristica fa parte di quello che è sempre stata TACTUS da quando l’ho conosciuta; credo che anche tanti musicisti che da anni ci sono vicini, provino queste sensazioni. Per gli aneddoti... l’idea sarebbe di pubblicarne un volume, semmai un giorno ce ne fosse il tempo...


Come ha vissuto il passaggio di consegne tra il fondatore Serafino Rossi e il successore Gian Enzo Rossi?

Il ricordo di Serafino Rossi è ancora molto vivo dentro di me; la gratitudine e la riconoscenza che ho verso di lui sono – assieme alla grande passione per questo lavoro – un grande stimolo per andare avanti: in primo luogo gli sono debitore per avermi coinvolto sempre di più in questo lavoro, e in secondo luogo mi unisco al grande coro di estimatori, musicisti, musicologi, e appassionati, che hanno capito il valore di quello che è riuscito a fare per la musica italiana in questi venticinque anni di attività. Con il figlio Gian Enzo, infatti, subentrato ora alla guida dell’azienda, ci siamo trovati subito di comune accordo nel proseguire senza indugio la ‘missione’ intrapresa dal padre, cercando soprattutto di migliorare la parte organizzativa e di incrementare ancora di più la qualità della produzione e la diffusione della distribuzione, che già presente a livello mondiale, ha ancora grossi margini di miglioramento. I risultati si stanno già vedendo, e anche se il mercato è purtroppo quello che è... siamo determinati a mettercela tutta!


Per l’organo si sa, si sceglie il luogo di registrazione in base al prestigio dello strumento custodito, ma per gli altri organici in base a quali criteri viene scelta la location per una registrazione?

Certo, per le produzioni organistiche, la scelta cade sempre su strumenti storici e strettamente legati alla prassi esecutiva storica (questo è per noi un grosso vanto, vista anche la quantità di cd di organo presenti in catalogo), e di conseguenza la location è direttamente vincolata allo strumento. Per quanto riguarda gli altri organici, le situazioni solo le più disparate: si sa che per fare un buon disco servono una buona acustica e il silenzio, che oggi – nella civiltà del rumore – è sempre più introvabile! Inoltre una disponibilità degli ambienti che permetta di fare delle sessioni di registrazione abbastanza lunghe, senza interruzioni dovute alle cause più svariate (messe o funzioni nelle chiese, cantieri, aerei, treni, auto, custodi che devono chiudere per andare a letto, e chi più ne ha più ne metta...), e ovviamente i cui costi siano il più possibile abbordabili, in modo da non pesare eccessivamente sui costi di produzione. Avrete già capito che fare un terno al lotto è più semplice, e i compromessi per riuscire a portare a casa il lavoro sono innumerevoli, ma fa parte del gioco... e il gioco vale la candela. Ovviamente il goal plateale avviene in quei casi in cui si riesce a registrare esattamente nei luoghi (o sugli strumenti) nei quali le musiche risuonavano realmente ai tempi in cui venivano composte, per citare qualche esempio: le Messe e i Motetti di Orazio Vecchi nel Duomo di Modena – dove lui era maestro di cappella – o le composizioni dell’Accademico Filarmonico Stefano Golinelli sul suo stesso pianoforte, o ancora il Gregoriano e la Prepolifonia per le Sacre Ceneri nel Santuario dei SS. Vittore e Corona di Anzù del XII secolo...


Potendo scegliere, tra le molteplici produzioni musicali da Lei seguite in questi anni con quale si sente di avere un particolare ricordo affettivo?

La risposta a questa domanda è veramente difficile: tutte le produzione conservano a loro modo un ricordo affettivo, e quando tutto funziona bene e si lavora con grande passione e unità di intenti, forse quelle che durano più a lungo e che coinvolgono più persone sono quelle che rimangono più impresse nei nostri ricordi: sicuramente non dimenticherò mai la settimana trascorsa nel centro storico di Bari, a registrare il Miserere e il Vespro breve di Francesco Durante, nel 2007; la magia del luogo, l’accoglienza del sud, i ragazzi del coro, la competenza impressionante di Giovanni Acciai in veste di maestro di concerto (che lezioni!), tutto contribuì a rendere il progetto un’esperienza indimenticabile.


La TACTUS è divenuta nel corso del tempo un punto di riferimento per tutti gli appassionati «musica antica» italiana, ma ultimamente il limite cronologico si è spostato enormemente... Pensiamo per esempio ad autori contemporanei come Carlo Mosso, Guido Donati, Arturo Sacchetti o al giovane Riccardo Castagnetti – per rimanere in ambito organistico – dobbiamo aspettarci ulteriori sorprese?

Certamente! La nostra missione rimane la riscoperta del patrimonio musicale italiano, e di tutto ciò che a esso è legato, e ormai il lasso temporale del nostro catalogo si è allargato fino ai giorni nostri. Proseguiremo sicuramente in questa direzione: la «musica antica» rimarrà certamente il core della nostra produzione, affiancata da una grande apertura sull’Ottocento e sul Novecento storico, che hanno ancora tanto da dire dopo l’oblio dei tempi recenti (l’interesse sempre crescente verso questo periodo storico lo testimonia), e da approcci sempre meno timidi verso la musica contemporanea, non potendo esimerci dal testimoniare anche la cultura del nostro tempo, sebbene la nicchia di mercato si stringa ulteriormente.


A cosa avete pensato per festeggiare il 25° compleanno di casa TACTUS?

Devo molto a mio padre Serafino e voglio dedicare interamente a lui questo nostro 25° anniversario, a lui che ha tanto amato TACTUS e la musica Italiana, su cui ha investito con passione larga parte della propria vita. Per celebrare il suo grande lavoro e in sua memoria quest’anno abbiamo realizzato in collaborazione col conservatorio di Bologna una serie di celebrazioni e un convegno (17-21 maggio 2011) su Marco Enrico Bossi e ora – nell’intento di dare enfasi e visibilità veramente mondiale alla nostra celebrazione – abbiamo selezionato 25 titoli storici del nostro catalogo che nel corso dei prossimi mesi verranno distribuiti sul mercato con una veste grafica particolare e ad un prezzo veramente eccezionale!