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giovedì 29 luglio 2010

Preludio d'organo (agosto 2010)



N. B.

CAUSA GRAVI PROBLEMI DI FUNZIONAMENTO DELLO STRUMENTO,
IL PROGRAMMA HA SUBITO UN SOSTANZIALE CAMBIO.

IL SEGUENTE PROGRAMMA MONOGRAFICO [BOSSI]
SARA' RECUPERATO IN DATA DA DEFINIRSI



Visita guidata all'organo di S. Luca con la classe 2a elementare del «Boschetto»

PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)


7 agosto 2010 ore 17, 30


PROGRAMMA


«Accademia Ceciliana [II]»



VINCENZO ANTONIO PETRALI (1830-1889)


N° 5 Versetti ad organo pieno pel Magnificat



MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)


Interludio in memoriam Petrali

[senza n. d'opus, 1911]

Sonata Ia

[Sei Sonate

senza n. d'opus, 1883]

Fatemi la grazia

Preghiera

[senza n. d'opus, 1909]

***


Michele Bosio, organo


domenica 25 luglio 2010

Come tanti e alati petali di cielo



Con particolare piacere segnaliamo un evento - unico nel suo genere - presentato per la prima volta a Bergamo nel marzo scorso e replicato con successo a Caravaggio due mesi dopo, che ha visto protagonista l'estro creativo del maestro bergamasco Alessandro Bottelli, al quale auguriamo nuovi e meritati successi!





COME TANTI E ALATI PETALI DI CIELO

Sacra fioritura in musica per soli, coro di voci bianche e strumenti

(ispirata alla Pala di S. Bernardino di Lorenzo Lotto – Bergamo, 1521)


Idea originale e libretto di Alessandro Bottelli

Musica di Giordano Bruno Ferri





Ferri, Bottelli, Trovesi



La Chiesa di S. Bernardino in Pignolo a Bergamo custodisce da secoli una delle opere più straordinarie concepite da Lorenzo Lotto durante il suo soggiorno in terra orobica. Si tratta di una pala d’altare in cui sono raffigurati, oltre alla Madonna con il Bambino, i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Antonio Abate e cinque angeli: quattro impegnati a sollevare un regale drappo verde e uno collocato ai piedi del trono, nell’atto di scrivere qualcosa sulla pagina di un libro. Lo sfondo, splendido, è un cielo che ha tutta la purezza e l’intensità delle cose dette per la prima volta.

Nell’incantevole bellezza della sua forma e nella stupefacente generosità dei suoi colori, il dipinto sembra aver congelato ogni prospettiva di dialogo tra i personaggi, definiti da gesti ed espressioni che intessono trame di possibile comunicazione.

L’idea di una composizione concertistica che partisse dal capolavoro del pittore veneziano e da lì prendesse le mosse per creare qualcos’altro, utilizzando la parola e i suoni come mezzi privilegiati per dare voce a quello che nel dipinto è solo accennato, trattenuto, nasce proprio da queste semplici ma fondamentali osservazioni.

In Come tanti e alati petali di cielo si ha modo di ascoltare, accanto a brani più spiccatamente strumentali, il dialogo tra San Giovanni Battista e Sant’Antonio (Duetto), le profonde meditazioni di San Giuseppe sul senso della sua eccezionale esperienza di uomo e marito (Aria), l’estasi di San Bernardino di fronte alla visione della Verità (Aria recitata), ma anche la storia dell’angelo scrivente (Aria recitata), così diverso dagli altri suoi fratelli celesti che svolazzano liberamente sopra le teste dei presenti (Coro) o le parole che Gesù Bambino rivolge a Maria e viceversa, in un continuo intrecciarsi di frasi e pensieri, culminante nel grande concertato finale in cui tutti i personaggi della pala lottesca canteranno contemporaneamente testi diversi.

Ispirandosi al genere musicale dell’oratorio, la partitura di questa «Sacra fioritura in musica» include, oltre a sette voci soliste (due voci bianche, soprano, due tenori, baritono, basso) e a un coro di voci bianche, strumenti dalla connotazione antica (flauto dolce, liuto, organo positivo) insieme ad altri più vicini al sound contemporaneo (saxofono), nell’intento evidente di unire tradizione e modernità in un binomio indissolubile.

Il progetto è frutto di una nuova collaborazione tra il poeta e scrittore Alessandro Bottelli, autore dei testi, e il compositore Giordano Bruno Ferri, la cui pluriennale intesa ha già portato alla realizzazione di numerosi lavori poetico-musicali, due dei quali (I piccioni di Puccini, Un micio tutto riccio) eseguiti con successo nell’ambito delle passate stagioni di Gioventù Musicale.

Del tutto particolare è stata la presenza, all’interno della compagine orchestrale, del noto jazzista bergamasco Gianluigi Trovesi, impegnato sia in qualità di improvvisatore che di esecutore.

La direzione è stata affidata a Stefano Montanari, primo violino concertatore dell’«Accademia Bizantina», nonché eccellente interprete soprattutto del repertorio barocco, che nel gennaio di quest’anno ha diretto L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti in una tournée nei maggiori teatri del Giappone.

Sabina Belperio e Gloria Radaelli sono state le voci bianche soliste, insieme al soprano Veronika Králová, i tenori Livio Scarpellini e Massimiliano Di Fino, il baritono Piermarco Viñas, il basso Gabriele Sagona.

Tra gli altri interpreti vocali, un ruolo di primo piano ha avuto la Schola cantorum «Il flauto magico» preparata e diretta da Elisa Fumagalli, insegnante di canto corale per voci bianche presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali «Gaestano Donizetti» di Bergamo. All’organo positivo, Giovanni Togni.