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lunedì 27 settembre 2010

Preludio d'organo (ottobre 2010)


LORENZO PEROSI (1872-1956)





PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)


2 ottobre 2010 ore 17, 30


PROGRAMMA



LORENZO PEROSI (1872-1956)


- Preludio per organo in Fa [04/03/1890]

- Preludio per organo in Mi bemolle [07/03/1890]

- Trio in Mi bemolle (20 Orgel-Trio, 1894)


MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)


- Sonata Ia

[Sei Sonate senza n. d'opus, 1883]


- Dors mon enfant op. 142, n. 1



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Michele Bosio, organo

venerdì 24 settembre 2010

Reubke secondo Luca Scandali


REUBKE

«Complete Works for Piano & Organ»

organo, Luca Scandali

piano, Paolo Marzocchi


Il presente disco ha l'enorme pregio di riunire le opere complete per tastiera di Julius Reubke (1834-1858), una figura di fondamentale importanza per lo sviluppo della tecnica piano-organistica ottocentesca, nonché della rielaborazione e dell'ampliamento della Forma Sonata in Double-Function Form, nel solco della tradizione codificata da Franz Liszt con la celeberrima Klaviersonate in h-moll. Un compositore che, nonostante la sua prematura scomparsa avvenuta all'età di 24 anni, è riuscito a lasciare un'impronta indelebile nella storia della musica grazie alla creazione di due grandi architetture sonatistiche: una per pianoforte, in si bemolle minore, ed una per organo, in do minore. Un nome che è entrato nel repertorio organistico e vi è rimasto sempre, ma che in quello pianistico fatica ad entrarvi ancora oggi.

Coetaneo e compagno del virtuoso Alexander Winterberger (dedicatario, tra l'altro, del celeberrimo Präludium und Fuge über den Namen BACH di Liszt) nella cerchia dei “favoriti” di Hans von Bülow, Reubke passò da Berlino - presso il Conservatorio aveva studiato pianoforte con Theodor Kullak (1818-1882) e composizione con Adolf Bernhard Marx (1795-1866) - a Weimar dove poté perfezionarsi (tra il 1854 ed il 1856) proprio con il leggendario Franz Liszt.

L'influenza del maestro lo portò ad esprimersi in grandi e dilatate forme, come appunto il poema sinfonico per organo; in quest'ottica si colloca l'imponente affresco musicale Der 94. Psalm - grosse Sonate, perfettamente affine alla granitica Fantasia und Fuge über den Choral «Ad nos, ad salutarem undam», sconfinato capolavoro lisztiano.

Un'ampia composizione monotematica divisa in quattro sezioni (Grave, Larghetto - Allegro con fuoco, Grave - Adagio, Lento - Allegro, Più mosso, Allegro assai) sul testo del salmo 94 «Herr Gott, des die rache ist, erscheine», che Reubke stesso suonò il 17 giugno del 1857 sull'organo che Friedrich Ladegast costruì tra il 1853 ed il 1855 per la Cattedrale di Merseburg (Weimar).

Anche la Klaviersonate in b-moll si presenta come un lavoro di ampio respiro modellato sull'illustre esempio lisztiano. La fruizione delle opere pianistiche di Reubke risultava difficile sino all'edizione curata da Paolo Marzocchi e pubblicata nel 2008 per Rugginenti, sulla quale si è basato l'accurato interprete per la parte pianistica di questo prezioso disco.

Luca Scandali ha utilizzato lo strumento costruito da Ladegast tra il 1868 e il 1871 per il Duomo di Schwerin, molto simile a quello di Merseburg e conservatosi praticamente integro fino al restauro avvenuto fra il 1982 e il 1988. Uno degli strumenti più adatti a mettere in luce le peculiari caratteristiche di questo imponente repertorio.

Unendo le proprie notevoli doti artistiche, i due musicisti marchigiani hanno dato prova di grande merito, riuscendo a coniugare tecnica agguerrita e fine musicalità in un ritratto esaustivo dell'estro creativo di Julius Reubke.

Completano il disco alcune pagine «di apprendistato», come il piccolo Trio für Orgel, risalente al 1850; Scherzo e Mazurka per pianoforte risalenti al periodo berlinese, nonché la prima stesura del movimento centrale, Adagio, della grosse Sonate .



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QUALCHE DOMANDA ALL'ORGANISTA LUCA SCANDALI



Maestro Scandali, siamo abituati ad ascoltarla come esecutore di letteratura per tastiera appartenente ai secoli XVI-XVIII, come mai questo «sconfinamento» di repertorio?

In realtà ho sempre proposto brani e autori senza particolari distinzioni circa il periodo storico a cui appartenevano cercando, invece, di seguire altri criteri decisamente più soggettivi. A questo riguardo, molto dipende dalla tipologia e dalle diverse caratteristiche degli strumenti sui quali ci si trova di volta in volta a dover programmare, ad esempio, un concerto o una registrazione. Anche per questo trovo di gran lunga molto più interessante e stimolante il confronto con il repertorio nella sua totalità. Naturalmente, tutto va poi contestualizzato ed approfondito alla luce delle fonti contemporanee in materia di prassi esecutiva, proprio per cercare di rendere la lettura di un brano e di un autore storicamente attendibile e stilisticamente appropriata e questo vale, a mio parere, tanto per la letteratura rinascimentale e barocca quanto per quella romantica. Decisamente, questo è l'aspetto che più mi interessa.


Come nasce l'idea di registrare tutte le opere per pianoforte e per organo di Julius Reubke?

Devo dire che la Sonata per organo è uno dei brani del repertorio organistico che trovo più rappresentativi e interessanti. In particolare, l'idea di registrare l'opera omnia per organo e pianoforte è nata anche grazie all'amico (e compagno di studi nella classe di Composizione) Paolo Marzocchi, che aveva da tempo incluso nei suoi programmi concertistici la Sonata per pianoforte. Abbiamo parlato a lungo di questo progetto; ci sembrava importante poter contribuire alla conoscenza e alla divulgazione dell'opera di un musicista così emblematico, ma stranamente, non abbastanza conosciuto. Un'occasione in più è poi venuta dalla recente riscoperta dell'autografo di un brano inedito, l'Adagio, che risulta essere la prima stesura di quello che diventerà il movimento centrale della Sonata per organo, ritrovato in un album appartenuto a Marie von Sayn-Wittgenstein e custodito presso il Goethe-Schiller Archiv a Weimar. Quest'ultimo brano è stato registrato in prima mondiale.


Su quali edizioni vi siete basati per la vostra registrazione?

Per quanto riguarda l'opera organistica, che ha conosciuto una notevole diffusione, mi sono basato appunto, oltre che sulle fonti disponibili, anche sulla nuova edizione (Wiener Urtext), mentre quella pianistica merita un cenno a parte. Proprio per sottolineare ancora una volta l'inspiegabile scarsa attenzione rivolta a questo autore, soprattutto da parte dei pianisti, occorre dire che, fino al 2008, mancava anche un'edizione completa dell'opera pianistica. In seguito a un lungo e attento studio delle fonti, Paolo Marzocchi ha pubblicato per Rugginenti la nuova edizione dell'intero corpus pianistico, sulla quale è basata la presente registrazione.


Ci sono in cantiere altri dischi monografici su compositori dell'otto-novecento?

Attualmente sono molto interessato al primo romanticismo tedesco, repertorio purtroppo non molto conosciuto e valorizzato a partire proprio dagli organisti. Ma vorrei dedicarmi anche al repertorio italiano del XIX secolo, che comprende pagine di grande interesse musicale.