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domenica 12 luglio 2009

Dal catalogo TACTUS consigliamo (II)





Punta di diamante del catalogo organistico TACTUS è Andrea Macinanti e questa sua ultima fatica non ha tradito le nostre aspettative. Anzi, ci ha deliziato nuovamente con un programma quasi del tutto inedito, costellato da autori bolognesi  - o che sono passati per le istituzioni musicali di Bologna - attivi tra il Diciannovesimo ed il Ventunesimo secolo (per molti dei quali Macinanti ha pure curato l'edizione per Carrara di Bergamo). 


Eccettuata la Toccata brillante di concerto di Ferruccio Parisini (1876-1923), ed il  meraviglioso brano che chiude il programma antologico, la Passacaglia su un tema di Hindemith (Quartetto in Do op. 16) di Luigi Ferdinando Tagliavini (1929), il resto delle composizioni rientra nella categoria dei brani «liturgici» (per la Messa o l'Ufficio); provenienti più o meno dal Cecilianesimo italiano (di cui abbiamo avuto modo di parlarne più volte su queste colonne). Si tratta di pezzi che durano in media tra i tre ed i cinque minuti - assecondando i tempi della liturgia - ma di fattura pregevole come i Quattro pezzi sacri di Adolfo Gandino (1878-1940) o la Comunione/Meditazione dell'indimenticabile Ireneo Fuser (1902-2003). 


Macinanti ha scelto uno strumento storicamente importante, naturalmente di scuola bolognese, l'Adriano Verati presentato nel 1888 all'Esposizione Internazionale di Musica di Bologna - suonato anche dal celeberrimo Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889), che predilesse però il Pacifico Inzoli di Crema - e tutt'oggi custodito presso la chiesa di S. Michele Arcangelo ad Argelato (recentemente restaurato da Pietro Corna). 


Il risultato di questa operazione è davvero sorprendente: sia per il colore fonico assegnato con perizia a ciascun brano, sia per la musicalità sempre stillante, sia per la riscoperta di un repertorio e di uno strumento a torto obliati o, peggio ancora, declassati.

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