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lunedì 9 giugno 2008

I Bernasconi a Cremona e nel Cremonese

 L'organo della chiesa parrocchiale di Picenengo (Cr)



La dinastia degli organari varesini Bernasconi si divide in due rami: i fratelli Giuseppe (1814-1891) e Cesare (1829-?) ed il figlio di Cesare, Giovanni; ed i fratelli Lorenzo (1822-1890) Pietro (1834-1895) ed figlio il figlio di Pietro, Luigi (1860-1927). 

I fratelli Giuseppe e Pietro furono impiegati presso la bottega organaria del varesino Luigi Maroni, e dopo la sua morte (avvenuta nel 1842) continuarono l'attività in forma autonoma. 

I primi lavori dei «Fratelli Bernasconi», nati sotto la direzione di Giuseppe, presero vita a partire dal 1847. Nel 1854 avvenne la separazione dei «Fratelli Bernasconi» in due ditte organarie indipendenti. D'ora in poi, sotto la dizione di «Fratelli Bernasconi» si identificheranno solamente i fratelli Lorenzo e Pietro. 

Lo strumento della chiesa di San Bartolomeo Apostolo in Picenengo reca il cartiglio originale con la dicitura «Premiata Fabbrica d'Organi di Cesare Bernasconi e figlio Giovanni di Varese», la data di costruzione è assente, ma accertabile durante futuri ed auspicabili lavori di restauro (sicuramente grazie alla segnatura apposta su alcune parti interne, non visibili, dell'organo e ad una seria ricerca d'archivio). Comunque, è verosimile che risalga all'ultimo decennio del XIX secolo, dato che lo strumento di Costa Sant'Abramo, morfologicamente simile a quello di Picenengo, reca il cartiglio originale con la scritta «Cesare Bernasconi 1894». 

Nel 1881 Giuseppe presentò all'Esposizione Musicale di Milano l'«Elenco degli organi costruiti da Giuseppe Bernasconi a partire dal 1847», il cui ammontare è di 99 strumenti (naturalmente Picenengo e Costa Sant'Abramo non figurano nell'elenco, poiché costruiti dopo la morte di Giuseppe, 1891). 

I Bernasconi furono presenti a Cremona, ricordiamo l'intervento all'organo della chiesa Sant'Agata (1876) e a Crema presso il Santuario di Santa Maria della Croce (1863). Nel Cremonese sopravvivono solamente due strumenti di Cesare e Giovanni Bernasconi (Costa e Picenengo), entrambi dal chiaro idioma lombardo ottocentesco (tastiera unica registri spezzati, somiere a vento, manette alla lombarda, etc.). Mentre ad Agnadello, presso la chiesa di San Vittore, si può trovare uno strumento di Luigi Bernasconi, risalente al 1897, ed assolutamente in linea con i dettami della Riforma Ceciliana (2 tastiere, registri interi, pedaliere completa, bottoni a scatto), restaurato dalla  ditta «Inzoli Cav. Pacifico» dei Fratelli Bonizzi di Crema nel 1996.


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