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martedì 9 dicembre 2014

Per un ritratto bio-bibliografico di Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889)




Convegno su Vincenzo Antonio Petrali

31 Maggio 2013
Centro Comunale di Cultura di Valenza Po (Al),



Prof. Michele Bosio
Per un ritratto bio-bibliografico di Vincenzo Antonio Petrali

M° Arturo Sacchetti
Vincenzo Antonio Petrali: l'uomo, il compositore, l'interprete ed il didatta

M° Andrea Macinanti
Da Petrali a Bossi: il passaggio del testimone

Ing. Giuseppe Monari
La riscoperta discografica di Tactus del patrimonio organistico e organario italiano

M° Giulio Piovani
La “riesumazione” di Petrali: evoluzione di un progetto ardito e necessario




1. Premessa
Cercare di condensare in poco spazio una vita straordinaria come quella di Vincenzo Antonio Petrali è compito assai arduo, ma ci proveremo lo stesso; partendo non dall’inizio, bensì dalla fine. 


2. Gli estremi si toccano
Il 24 novembre 1889 – dopo breve malattia di natura epatica – il Nostro si spense all’età di 57 anni a Bergamo. La Chiesa che egli aveva sempre servito – arricchendo con grande musica la celebrazione dei sacri riti – purtroppo non gli rese i doverosi onori funebri, macchiandosi così di un gravissimo torto. 
Nel 1883 il Petrali – rimasto vedovo di Maria Ottolini di Crema – sposò in seconde nozze Carolina Cicognara di Bergamo con rito civile, poiché di religione protestante. Cosicché, alla sua morte, i ministri del culto vietarono il funerale religioso e impedirono la sua tumulazione, accanto alle salme cristiane, nel cimitero di Bergamo. 

Leggiamo, infatti, ne «La Provincia», XI, n. 142 (27 novembre 1889) il seguente inciso, tratto a sua volta da «La Gazzetta di Bergamo»: 

«[...] Noi sappiamo – scrive la Gazzetta di Bergamo – che il direttore del nostro Conservatorio, il comm. Cagnoni [Antonio], i professori e gli artisti della città nostra volevano rendere al caro estinto un tributo d’affetto e di onore coll’esecuzione d’una messa funebre dello stesso comm. Cagnoni. Ma qui viene il brutto: il Petrali era ammogliato civilmente con una protestante, e perciò dai ministri del Dio della misericordia e del perdono si nega una prece e l’ingresso della sua salma nel sacro tempio. Non basta. Quegli artisti che osassero cantare sul feretro, non saranno chiamati in avvenire a prendere parte alle sacre funzioni. Né basta ancora. La salma non può essere tumulata entro i recinti della sacra dimora dei defunti, e tutto questo per colui che tanto e più d’ogni altro aveva contribuito a rendere più solenni le sacre funzioni e ad elevare al cielo nel tempio del Signore.» 

Le notizie biografiche sul Petrali sono piuttosto esigue e quasi tutte sparpagliate, il piccolo (8 pagine), ma prezioso volume di Aristide Dragoni – Vincenzo Petrali, Bergamo, Istituto di Arti Grafiche, 1899 – è probabilmente l’opera su cui si sono basate tutte le successive biografie. 
Riportiamo di seguito una selezione della bibliografia storica su Petrali dal 1889 sino al 1952, anno in cui il musicologo Federico Mompellio dedicò a Petrali il primo attendibile ed esauriente profilo biografico all’interno dell’imprescindibile monografia su M. Enrico Bossi [Marco Enrico Bossi, Milano, Hoepli, 1952]. 

- Necrologio in «Atti dell’Accademia dell’Istituto Musicale di Firenze», XXVIII (1890), p. 22. 

- Necrologio in «Musica Sacra» XIV (1890), p. 25. 

- Aristide Dragoni, Vincenzo Petrali, Bergamo, Istituto di Arti Grafiche, 1899. 

- Vittorio Scotti, Vincenzo Petrali in «Cremona», II (1930), n. 6, pp. 351-354. 

- Giulio Cesare Paribeni, Luigi Orsini, Ettore Bontempelli, M. E. Bossi il compositore-l’organista-l’uomo-l’organo in Italia, Milano, Erta,1934. 

- Azio Samarani, Commemorazione di Vincenzo Petrali nel cinquantenario della morte, Crema, Tipografia La Moderna, 1940. 

- Federico Mompellio, Marco Enrico Bossi, Milano, Hoepli,1952. 

Mompellio è anche il primo studioso a chiarire l’esatto anno di nascita di Petrali, non il 22 gennaio del 1932, bensì del 1930: 

«L’anno 1832, dato dai dizionari musicali – scrive il Mompellio – è errato; è invece esatto il 1830, secondo il certificato di nascita». 

Il musicologo genovese attinse dalla stampa coeva all’attività di Petrali – soprattutto dalle recensioni del famoso critico Filippo Filippi – ed ebbe anche la possibilità di consultare direttamente Ettore Petrali Cicognara, generale dell’esercito italiano (con predilezione per la composizione, si vedano i diversi brani pubblicati nelle annate de «L’Organista Liturgico», Bergamo, Carrara), nato dal primo matrimonio di Vincenzo con Maria Ottolini di Crema e adottato in seguito da Carolina Cicognara. In possesso dei documenti paterni, con tutta probabilità, Ettore poté sottoporre al Mompellio diverse fonti. Vale la pena ricordare che – negli anni 1936, 1940 e 1961 – il Petrali-Cicognara donò alla Civica Biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo un fondo musicale – che ha preso poi il suo nome – consistente in 61 pezzi tra autografi, copie manoscritte e pubblicazioni musicali del padre. 

Nonostante Mompellio avesse già chiarito nel 1952 la svista sul vero anno di nascita del Petrali, l’errore ha continuato a perpetuarsi negli anni a venire sino ai giorni nostri. 
Nell’autunno del 1909 a Crema si formò un Comitato Esecutivo a favore del ricordo marmoreo a Vincenzo Petrali, e venne promossa una serie di concerti presso il Teatro “Sociale”. Il ricavato sarebbe servito, appunto, per l’erezione di un busto commemorativo. 
Il 6 luglio del 1913, venne inaugurato a Crema il tanto desiderato busto in memoria di Petrali. All’epoca si trovava – accanto al busto del cugino Giovanni Bottesini – sopra uno dei due pilastri dell’andito che conduce agli uffici del Municipio; e oggi giace quasi dimenticato – di nuovo accanto a quello del cugino – nel chiostro del Museo Civico di Crema (ex-Convento Sant’Agostino). 

Sta scritto nella lapide al di sotto di esso: 



VINCENZO PETRALI 

MUSICISTA 

CHE PER FERVIDA FANTASIA 

ACCOPPIATA AD ALTO MAGISTERO D’ARTE 

ACQUISTÒ FAMA DURATURA 

DI PRINCIPE DEGLI ORGANISTI 

LA SUA CITTÀ NATALE 

ORGOGLIOSA E MEMORE 


NACQUE NEL 1832 – MORÌ NEL 1889 

INAUGURATO 6-7-1913 


Anche qui l’anno – inciso nell’immortale marmo – vivifica, attraverso gli occhi del lettore, un palese errore duro a morire. 

3. Una vita per la musica 
Cercheremo ora di individuare le tappe più significative di una carriera sfolgorante, interrotta proprio all’inizio della maturità. Il periodo in cui, soventemente, un grande compositore comincia a ripercorrere e organizzare il proprio passato artistico, pensando di passare il proprio testimone ai posteri. A tal proposito le parole scritte – all’indomani della morte del Petrali – dall’anonimo articolista de «Il Messaggere di Cremona» [VIII, n. 95 (27 novembre 1889)] sono quantomai plausibili: 

«[...] Il povero Maestro aveva un bel nome nell’arte musicale e lo aveva meritatamente. Ingegno grandemente e potentemente fatto per la musica egli ebbe senza dubbio ingegno fecondo e versatile. E Compose moltissimo. Ma alla facilità e alla forza dell’invenzione non fu pari la pazienza e la costanza della lima che, correggendo sapientemente, perfeziona. [...]» 

Un labor limae, che forse egli non avrebbe attuato – probabilmente a causa del suo mutevole carattere – certo è che noi mai potremo saperlo. 

- 1830, il 22 gennaio nacque a Crema, da Giuliano (organista e maestro di cappella del Duomo di Crema) e da Ortensia Spinelli (sorella di Maria, madre di Giovanni Bottesini), Vincenzo Antonio Petrali. 

- 1839, il giovane Vincenzo fu impiegato come organista presso la chiesa dell’Ospedale e di San Benedetto a Crema. 

- 1847, Concluse i propri studi musicali al Regio Conservatorio di Milano (pianoforte con Antonio Angeleri e composizione con Placido Mandanici). 

- 1849-1853, Petrali fu prima organista e poi maestro di cappella della Cattedrale di Cremona. Risultò vincitore sopra 26 concorrenti, e prese servizio come organista il 5 agosto del 1849, ebbe così modo di suonare il grande organo costruito dagli organari varesini Maroni-Biroldi nel 1827. Il 26 giugno del 1853 la Fabbriceria comunicava la rinuncia del Petrali al posto di organista della Cattedrale. 

- 1852, Petrali compose la sua prima opera Manfredi di Napoli, scritta per il Teatro “Santa Radegonda” in Milano, ma fu proibita dalla censura. 

- 1853, Petrali divenne il collaudatore ufficiale dei celebri organari Serassi, la cui fabbrica aveva sede a Bergamo, nel palazzo Stampa. 

- 1853-1854, compose la sua seconda opera Giorgio di Bary, che andò in scena al Teatro “Sociale” di Bergamo. 

- 1856-1859, fu maestro di cappella del Duomo di Brescia. 

- 1857-1858, compose la sua terza opera Anna di Valenza, che fu scritta per incarico dell’Impresa Rovaglia del Teatro “Carcano” di Milano, ma non venne mai rappresentata. 

- 1859, compose l’oratorio Debora, eseguito nel 1880 a Catania. 

- 1860-1872, fu maestro di cappella del Duomo di Crema e direttore della Banda cittadina. 

- 1862, nell’Adunanza tenutasi il 5 maggio presso il Regio Conservatorio di Musica di Milano vennero adottate come manuale pratico per gli allievi di organo del Conservatorio le Norme generali sul modo di trattare l’Organo moderno di Giambattista Castelli (gerente responsabile della fabbrica dei Serassi di Bergamo) con gli esempi in musica di Vincenzo Antonio Petrali. Le Norme generali risultano complementari ai suoi 50 Studi per il Ripieno, 15 Studi per l’Organo semplice, 6 Studi per l’Organo con Eco. 

- 1864, Petrali compose la sua quarta e ultima opera Maria de’ Griffi, che andò in scena al Teatro “Riccardi” di Bergamo. 

- 1868, il Petrali sposò Maria Ottolini di Crema, dalla quale ebbe quattro figli (uno dei quali morì in fasce, gli altri furono un maschio, Ettore, e due femmine). 

- 1872-1882, fu prima organista e poi maestro dell’insigne Cappella di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Gli succedette Amilcare Ponchielli (1834-1886) che fu maestro di cappella dal 1882 al 1886. 

- 1873, cominciò a insegnare presso l’Istituto Musicale di Bergamo, e in seguito ne divenne direttore. 

- 1877, 10-14 ottobre, il Petali fu presente attivamente al IV Congresso Cattolico di Bergamo. Durante la funzione finale, in Duomo, accompagnò all’organo gli allievi della scuola Santa Cecilia diretta da Guerrino Amelli (1848-1933), fondatore della rivista «Musica Sacra» (Milano, 15 maggio 1877) e primo presidente della Generale Associazione Italiana di Santa Cecilia (Milano, 4 settembre 1880). 

- 1879, 3 ottobre, Petrali inaugurò, con il concorso di Amilcare Ponchielli, Giovanni Consolini, Gaetano Zelioli e Giamabattista Castelli, il nuovo e gigantesco organo costruito da Pacifico Inzoli per Duomo di Cremona (divenuto famoso in tutt’Europa per la canna maggiore di facciata – Fa1 di 24 piedi, dell’altezza di 8,40 m, del diametro di 41 cm e del peso di 202 kg – la cui lastra fu realizzata eccezionalmente in un’unica fusione). 

- 1880, 4-7 settembre, I Congresso di Musica Sacra di Milano, Il Petrali vi partecipò in qualità di componente della Commissione per la revisione dei progetti d’organo. In seguito, il 19 settembre, collaudò l’organo costruito da Giacomo Locatelli di Bergamo (successore dei Serassi) per la chiesa della Consolazione a Genova, progettato dietro i suggerimenti di Pier Costantino Remondini (1829-1893), vicepresidente della Generale Associazione Italiana di Santa Cecilia. 

- 1882-1889, il 26 ottobre 1882 fu nominato docente di organo, armonia, pianoforte, contrappunto, composizione e strumentazione per banda presso il neonato Liceo Musicale “Rossini” di Pesaro, chiamato, per chiara fama, dal direttore Carlo Pedrotti (1817-1893). In questo istituto fece costruire dal Locatelli, dietro proprio progetto, un nuovo organo a tre tastiere di 61 note, pedaliera di 27 pedali e 68 registri che venne inaugurato il 28 luglio del 1885. 

- 1883, Petrali, rimasto vedovo, sposò Carolina Cicognara. 

- 1886, fondò insieme a Giuseppe Arrigo «Arpa Sacra», un mensile di musica religiosa pubblicato a Torino dagli editori Giudici e Strada. 

- 1888, il Petrali si esibì sugli organi costruiti da Inzoli di Crema, Lingiardi di Pavia e Verati di Bologna per l’Esposizione Internazionale di Musica di Bologna. 

-1889, Vincenzo Antonio Petrali, dopo breve malattia di natura epatica, morì a Bergamo il 24 novembre. 

4. Il lascito musicale del Maestro
Nonostante il Petrali compose quattro opere, un oratorio, quartetti per archi, sonate per violino e pianoforte, molta musica sacra e per banda, egli sarà sempre ricordato come superbo improvvisatore. 

Antonio Carniti, che assistette a parecchie sue improvvisazioni ne tracciò uno schema: 

«Iniziava i suoi improvvisi con un tema semplice, quasi insignificante, poi lo ripeteva passando in altre tonalità con modulazioni peregrine, indi lo svolgeva ora nei bassi, ora negli acuti, e poi usando del ripieno con maestria tutta propria, faceva perorazioni grandiose che entusiasmavano l’uditorio. Le notabilità artistiche restavano sorprese al vedere che, senza aver nulla scritto e nulla preparato potesse giungere a tali meravigliosi risultati; ed è per questa sua eccezionale valentia che egli prese parte a tutti i principali concerti ed ai più importanti collaudi d’organi d’Italia». 

Le composizioni organistiche a stampa del Petrali sono oggi disponibili in edizione anastatica nella Biblioteca Classica dell’organista a cura di Giuseppe Scarpat, edita da Paideia Brescia-Bärenreiter Kassel. 

Musiche per organo in tre fascicoli (8, 9 e 15) della Biblioteca Classica dell’organista a cura di Giuseppe Scarpat, edita da Paideia Brescia-Bärenreiter Kassel. 

50 Studi per il Ripieno, fascicolo 10 della Biblioteca Classica dell’organista. 

15 Studi per l’Organo semplice, fascicolo 11 della Biblioteca Classica dell’organista. 

6 Studi per l’Organo con Eco, fascicolo 12 della Biblioteca Classica dell’organista. 

Giambattista Castelli, Vincenzo Antonio Petrali, Norme generali sul modo di trattare l’Organo moderno, fascicolo 13 della Biblioteca Classica dell’organista. 

Sebbene l’edizione anastatica della Paideia riproduca le stampe originali degli editori Martinenghi, Lucca, Ricordi, Giudici e Strada, tuttavia all’appello mancano: Sinfonia per organo tratta dal settimo volume della prima annata di «Arpa Sacra» [ed. moderna a cura di Giulio Piovani, Bergamo, Carrara, 2011], Due pastorali per organo, Milano, Vismara [di prossima pubblicazione a cura di Giulio Piovani] e la Sonata per organo pieno, Casalmonferrato, Stabilimento musicale Edoardo De Vasini.