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giovedì 19 aprile 2012

Vierne tra liturgia, organo e canto


Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Aula Respighi, mercoledì 18 aprile 2012
ore 10.30-13 e 15-17

Vierne
il quadro e la cornice
Una giornata di studio sul grande organista francese e il suo mondo fra Otto e Nove

a cura di Piero Mioli


Curricoli ed estratti


Michele Bosio
Laureatosi con lode in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia, Michele Bosio si occupa di ricerca musicologica pubblicando saggi e articoli per riviste specializzate, sia italiane che estere. La sua tesi La Premiata Fabbrica d’Organi di Giuseppe Rotelli a Cremona (1894-1937) ha vinto il Premio “Tansini-Sovena” (2007). Ha curato la prima edizione a stampa di alcune composizioni per organo di autori italiani del Novecento storico. È attivo come giornalista pubblicista per il mensile nazionale «Musica» (Zecchini). Ha svolto attività di tutorato (Avviamento alla Filologia musicale e Organologia musicale moderna/Conservazione e restauro degli strumenti musicali) presso l’Università degli Studi di Pavia. È stato per anni docente di Storia della Musica presso l’Istituto Musicale “G. P. da Palestrina” di Castel San Giovanni (Pc). Recentemente è stato nominato presidente della Commissione musicale in seno all’A.D.A.F.A. (Sodalizio cremonese fra Artisti e Amatori d’Arte – storica istituzione culturale nata nel 1928).

Il tema della presente relazione – Vierne tra liturgia, organo e canto – suggerisce un tentativo di inquadramento storico delle opere di Louis Vierne che rientrano a pieno diritto nell'azione liturgica, ma anche di quelle composizioni che si adattano alle esigenze della musica da chiesa o che rivestono particolari tinte paraliturgiche-devozionali.
La parabola artistica di Vierne si apre e si chiude con la musica da chiesa, infatti il primo brano a essere pubblicato fu il Verset fugué sur «In exitu Israël», che risale al maggio del 1894 – in verità, le composizioni più antiche risalgono al 1886 e sono proprio due mottetti sacri, Tantum ergo e Ave Maria – mentre l'opus ultimum è la sofferta e visionaria Messe basse pour les défunts.
Tra la chiesa di St. Sulpice – dove Vierne visse per otto anni l'intensa esperienza di assistente dell'organista titolare, il celeberrimo Charles-Marie Widor – e la cattedrale di Notre Dame – presso la quale fu organista titolare a partire dal 24 maggio 1900, sino alla morte (avvenuta il 2 giugno 1937 nel principio di una improvvisazione sopra il tema gregoriano della Salve Regina, poco prima della fine di un recital a Notre-Dame) – il Nostro passerà dalla composizione delle prime «Perle di freschezza e ingenuità» alle mature e tarde «impressioni mistiche di monastica semplicità» attraversando un doloroso periodo pervaso da «un profumo, un colore, un'ombra di solitudine» (Bernad Gavoty).