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lunedì 25 aprile 2011

25 aprile 1861 - 25 aprile 2011: i 150 anni della nascita di Marco Enrico Bossi



NEL GIORNO DEL 150° GENETLIACO

DEL MAESTRO

UNA RIFLESSIONE INTORNO ALLA SUA GIUSTA E PERFETTA

RISCOPERTA STORICA E MUSICALE


***


Thème et Variations op. 115; Hora mystica op. 132, n. 4; Pièce Héroïque op. 128;

Hora gaudiosa op. 132, n. 5; Fervore op. 140, n. 1; Konzertstück op. 130a; Colloquio colle rondini op. 140, n. 2

Organo, Pier Damiano Peretti

CD Naxos 8572177



Si è veramente incominciato a comprendere quale sia stato il nobile e ricco substrato culturale della Riforma ceciliana e come sia stato troppo sbrigativo – nell'immediato Dopoguerra – accantonare la “parentesi” ceciliana bollandola come un momento di decadenza dell'arte organaria italiana, finendo così per «fare di tutta l'erba un fascio»?


Ci si è resi, forse, consapevoli che in quegli anni operò una larga schiera di compositori, organisti, organari, organologi e musicologi di altissimo valore, quali, solo per citane alcuni: Filippo Capocci, Luigi Bottazzo, Oreste Ravanello, Marco Enrico Bossi, Ulisse Matthey, Giovanni Tebaldini, Lorenzo Perosi, Carlo Vegezzi-Bossi, Pacifico Inzoli, Vincenzo Mascioni, Giovanni Tamburini, Giacomo Sizia, Renato Lunelli, Raffaele Manari, Ferruccio Vignanelli e Raffaele Casimiri?

Si è imparato, allora, a distinguere i lati positivi e negativi di un periodo piuttosto composito, che abbraccia l'ultimo quarto dell'Ottocento per giungere sino a metà Novecento, in cui si cercò di riformare la musica sacra italiana, agli inizi del Ventesimo secolo ancora imbrigliata in stilemi per lo più melodrammatici e bisognosa di un inevitabile rinnovamento?


Infine, pare proprio che i tempi siano maturi per una Bossi-Renaissance?


La new entry della fortunata serie «The Organ Encyclopedia», edita da Naxos, sembra rispondere in parte alle nostre domande. La popolare etichetta americana ha, infatti, affidato all'impeccabile Pier Damiano Peretti un cd monografico con i più impegnativi e articolati brani organistici usciti dalla magistrale penna di Marco Enrico Bossi (1861-1925).

Sino a circa una trentina d'anni fa, solo ad Arturo Sacchetti pareva stare a cuore il Novecento storico italiano; predilesse l'intera opera organistica del Maestro che, non solo eseguì in pubblico, ma parzialmente registrò in disco.


Poi, quasi più niente – a parte il celeberrimo Scherzo in sol minore op. 49, n. 2 infilato e “ruminato” spessissimo in “barbosi” programmi antologici – sino alla titanica impresa di registrazione dell'opera omnia per organo di Marco Enrico Bossi, recentemente abbracciata con entusiasmo dalla Tactus, insieme allo specialista Andrea Macinanti.


I brani scelti dal Peretti – eccezion fatta per l'op. 140 – furono tutti pubblicai a Lipsia presso l'editore Rieter-Biedermann tra il 1899 e il 1910 e in seguito confluirono nei due volumi antologici, a cura di Paul Klengel, pubblicati da Peters nel 1918. In questi volumi si trovano – ancora oggi – i capisaldi del concertismo bossiano, anche se non contengono l'arduo Etude Symphique op. 78 [New York, Schirmer, 1897].

Per l'occasione Pier Damiano Peretti, successore del mentore bachiano Michael Radulescu all'Universität für Musik und Darstellende Kunst di Vienna, ha scelto si prodursi alla consolle dell'organo Furtwängler-Hammer (1916) della Cattedrale di Verden (Germania).

Una scelta coerente dal punto di vista cronologico e geografico – sicuramente rispettosa della nazione che non abbandonò mai la musica del Nostro – ma che forse appesantisce un poco la sua poetica, nonché la sua concezione dell'organaria, idiomaticamente italica.

Il brano che più si adatta alla profondità e alla cupezza dell'organo tedesco-tardoromatico è senz'altro il complesso e tormentato Konzertstück op. 130a, per l'appunto dedicato a Karl Straube (1873-1950), amico e dedicatario di numerose opere di Max Reger (1873-1916), nonché organista – prima – e Kantor – poi – presso la chiesa di San Tommaso a Lipsia.

La visione musicale di Peretti è sempre solida e assai profonda, direi “massiccia”. La scelta dei tempi, molto dilatati, fornisce alla musica del Bossi un colore a tinte forti, parecchio mitteleuropeo.

I brani che più colpiscono sono, appunto, quelli più teutonici: il Konzertstück – l'abbiamo già detto – ma anche il wagneriano Hora mystica; seguiti dagli ipressionistici Fervore e Colloquio colle rondini.


Chi avesse nelle orecchie i tempi di Sacchetti si troverà sicuramente sorpreso per la comodità di quelli proposti da Peretti, per esempio: Konzertstück Sacchetti 16 minuti, Peretti 21 minuti abbondanti; Thème et Variations Sacchetti 11 minuti, Peretti 14 minuti; Pièce Héroïque Sacchetti 6 minuti, Peretti 8 minuti abbondanti. Peculiarità, quest'ultima, che contraddistingue una chiave di lettura nuova per un compositore divenuto già – ce lo auguriamo – un “classico” della letteratura organistica.



MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)

"Alto signore dei suoni" (D'Annunzio)

Celebrazioni nel 150° della nascita

Bologna: 16 - 21 MAGGIO 2011


promosso da


Conservatorio di musica "G.B. Martini" - Bologna,

Associazione Musicaper

Casa Discografica "Tactus" nel 25° della fondazione


in collaborazione con


Comune di Bologna, Museo della Musica, Accademia Filarmonica

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Conservatorio "B.Marcello" di Venezia,

Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli, Conservatorio "G.Verdi" di Milano,

Conservatorio "L. Refice" di Frosinone, Conservatorio "G.F. Ghedini" Cuneo

Associazione Organi Antichi

RAI Radio Tre Suite


con il patrocinio di

Provincia di Bologna

Regione Emilia Romagna


CON L'ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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