(maggio 2011
n. 226 - Anno XXXIV)
APPUNTI DI STORIA DELLA MUSICA E DEGLI STRUMENTI MUSICALI, DI CRITICA ED ESTETICA MUSICALE - «Guardo sempre avanti senza mai dimenticare chi sono e da dove vengo» (MICHELE BOSIO) http://michelebosio.blogspot.it/
(maggio 2011
n. 226 - Anno XXXIV)
NEL GIORNO DEL 150° GENETLIACO
DEL MAESTRO
UNA RIFLESSIONE INTORNO ALLA SUA GIUSTA E PERFETTA
RISCOPERTA STORICA E MUSICALE
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Thème et Variations op. 115; Hora mystica op. 132, n. 4; Pièce Héroïque op. 128;
Si è veramente incominciato a comprendere quale sia stato il nobile e ricco substrato culturale della Riforma ceciliana e come sia stato troppo sbrigativo – nell'immediato Dopoguerra – accantonare la “parentesi” ceciliana bollandola come un momento di decadenza dell'arte organaria italiana, finendo così per «fare di tutta l'erba un fascio»?
Ci si è resi, forse, consapevoli che in quegli anni operò una larga schiera di compositori, organisti, organari, organologi e musicologi di altissimo valore, quali, solo per citane alcuni: Filippo Capocci, Luigi Bottazzo, Oreste Ravanello, Marco Enrico Bossi, Ulisse Matthey, Giovanni Tebaldini, Lorenzo Perosi, Carlo Vegezzi-Bossi, Pacifico Inzoli, Vincenzo Mascioni, Giovanni Tamburini, Giacomo Sizia, Renato Lunelli, Raffaele Manari, Ferruccio Vignanelli e Raffaele Casimiri?
Si è imparato, allora, a distinguere i lati positivi e negativi di un periodo piuttosto composito, che abbraccia l'ultimo quarto dell'Ottocento per giungere sino a metà Novecento, in cui si cercò di riformare la musica sacra italiana, agli inizi del Ventesimo secolo ancora imbrigliata in stilemi per lo più melodrammatici e bisognosa di un inevitabile rinnovamento?
Infine, pare proprio che i tempi siano maturi per una Bossi-Renaissance?
La new entry della fortunata serie «The Organ Encyclopedia», edita da Naxos, sembra rispondere in parte alle nostre domande. La popolare etichetta americana ha, infatti, affidato all'impeccabile Pier Damiano Peretti un cd monografico con i più impegnativi e articolati brani organistici usciti dalla magistrale penna di Marco Enrico Bossi (1861-1925).
Sino a circa una trentina d'anni fa, solo ad Arturo Sacchetti pareva stare a cuore il Novecento storico italiano; predilesse l'intera opera organistica del Maestro che, non solo eseguì in pubblico, ma parzialmente registrò in disco.
Poi, quasi più niente – a parte il celeberrimo Scherzo in sol minore op. 49, n. 2 infilato e “ruminato” spessissimo in “barbosi” programmi antologici – sino alla titanica impresa di registrazione dell'opera omnia per organo di Marco Enrico Bossi, recentemente abbracciata con entusiasmo dalla Tactus, insieme allo specialista Andrea Macinanti.
I brani scelti dal Peretti – eccezion fatta per l'op. 140 – furono tutti pubblicai a Lipsia presso l'editore Rieter-Biedermann tra il 1899 e il 1910 e in seguito confluirono nei due volumi antologici, a cura di Paul Klengel, pubblicati da Peters nel 1918. In questi volumi si trovano – ancora oggi – i capisaldi del concertismo bossiano, anche se non contengono l'arduo Etude Symphique op. 78 [New York, Schirmer, 1897].
Per l'occasione Pier Damiano Peretti, successore del mentore bachiano Michael Radulescu all'Universität für Musik und Darstellende Kunst di Vienna, ha scelto si prodursi alla consolle dell'organo Furtwängler-Hammer (1916) della Cattedrale di Verden (Germania).
Una scelta coerente dal punto di vista cronologico e geografico – sicuramente rispettosa della nazione che non abbandonò mai la musica del Nostro – ma che forse appesantisce un poco la sua poetica, nonché la sua concezione dell'organaria, idiomaticamente italica.
Il brano che più si adatta alla profondità e alla cupezza dell'organo tedesco-tardoromatico è senz'altro il complesso e tormentato Konzertstück op. 130a, per l'appunto dedicato a Karl Straube (1873-1950), amico e dedicatario di numerose opere di Max Reger (1873-1916), nonché organista – prima – e Kantor – poi – presso la chiesa di San Tommaso a Lipsia.
La visione musicale di Peretti è sempre solida e assai profonda, direi “massiccia”. La scelta dei tempi, molto dilatati, fornisce alla musica del Bossi un colore a tinte forti, parecchio mitteleuropeo.
I brani che più colpiscono sono, appunto, quelli più teutonici: il Konzertstück – l'abbiamo già detto – ma anche il wagneriano Hora mystica; seguiti dagli ipressionistici Fervore e Colloquio colle rondini.
Chi avesse nelle orecchie i tempi di Sacchetti si troverà sicuramente sorpreso per la comodità di quelli proposti da Peretti, per esempio: Konzertstück Sacchetti 16 minuti, Peretti 21 minuti abbondanti; Thème et Variations Sacchetti 11 minuti, Peretti 14 minuti; Pièce Héroïque Sacchetti 6 minuti, Peretti 8 minuti abbondanti. Peculiarità, quest'ultima, che contraddistingue una chiave di lettura nuova per un compositore divenuto già – ce lo auguriamo – un “classico” della letteratura organistica.
MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)
"Alto signore dei suoni" (D'Annunzio)
Celebrazioni nel 150° della nascita
promosso da
Conservatorio di musica "G.B. Martini" - Bologna,
Associazione Musicaper
Casa Discografica "Tactus" nel 25° della fondazione
in collaborazione con
Comune di Bologna, Museo della Musica, Accademia Filarmonica
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Conservatorio "B.Marcello" di Venezia,
Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli, Conservatorio "G.Verdi" di Milano,
Conservatorio "L. Refice" di Frosinone, Conservatorio "G.F. Ghedini" Cuneo
Associazione Organi Antichi
RAI Radio Tre Suite
con il patrocinio di
Provincia di Bologna
Regione Emilia Romagna
CON L'ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
«Opera omnia per organo vol. III»
Suonata per organo [op. 3a], Sei Sonate per Harmonium od Organo, Res Severa Magnum Gaudium op. 54, Quattro pezzi op. 59
Lo specialista Macinanti ci svela i primi frutti usciti dalla penna di un promettente compositore. Il programma principia con la Suonata per organo [op. 3a - 1879], il primo lavoro per organo del diciottenne Marco Enrico, pianista diplomato e studente di composizione presso il Conservatorio di Milano. Macinanti qui sceglie la prima stesura dell'opera, pubblicata in seguito nel 1890 come Ouverture. Le peculiari sonorità dell'organo costruito nel 1875 dal varesino Giuseppe Bernasconi per la chiesa di S. Andrea Apostolo a Pralboino (Bs), svelano all'ascoltatore la tipologia di strumento per il quale il Nostro concepì questo lavoro; pensato appunto per l'organo costruito da Bernasconi nel 1875 per la Sala dei Concerti del Conservatorio di Milano.
Le qualità foniche dei Bernasconi (soprattutto il Ripieno), accompagnarono la prima fase creativa di Bossi, infatti presso la Cattedrale di Como – della quale fu maestro di cappella e organista dal 1881 al 1890 – fece realizzare da Pietro Bernasconi (fratello di Giuseppe) due grandiosi strumenti (purtroppo oggi non più esistenti) per i quali concepì le altre opere per organo registrate in questo volume.
La granitica suite in quattro tempi dal rigoroso titolo Res Severa Magnum Gaudium op. 54 del 1885 è da considerarsi come il manifesto della riforma ceciliana, di cui a breve Bossi sarebbe divenuto paladino e strenuo difensore. Nel 1890, infatti, egli vinse il concorso per la cattedra di organo e di armonia al Regio Conservatorio di Napoli e da lì si batté per ottenere riforme tecniche nella costruzione degli organi, affinché si potesse far conoscere anche in Italia la grande letteratura organistica tedesca e francese, a quel tempo impossibile da eseguirsi sugli strumenti «nostrani» dalla fisionomia bandistica.
In questa sublime architettura musicale si respira a pieni polmoni la linfa vitale di cui si nutriva il credo dei ferventi ceciliani: il canto ufficiale della chiesa romana (il «gregoriano»), la razionale visione armonica «alla Palestrina» e il contrappunto rigoroso «alla Bach».
La straordinaria musicalità e la perfetta aderenza di Andrea Macinanti alle intenzioni dell'autore; non solamente la scelta dello strumento (imprescindibile per la corretta restituzione dell'idioma musicale), ma anche le registrazioni, l'agogica, le diteggiature e le pedaleggiature originali, fanno di questo disco un autentico punto di riferimento in termini di esegesi bossiana.
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«Opera omnia per organo vol. IV»
Suonata [op. 3b]; Ouverture op. 3; Trois Pièces op. 92; Postludio; Ave Maria (seconda); op. 142, nn. 1, 2, 5; Interludio; op. 127, n. 3, Intermezzo lirico; Ricercare
Con il quarto volume prosegue la «missione» di Andrea Macinanti, esegeta colto, raffinato e passionale delle opere organistiche di Marco Enrico Bossi. Il programma ha il grande pregio di proporre brani di rarissimo ascolto, nonché di suggestiva bellezza. Incominciamo, quindi, col parlare delle composizioni senza numero d'opera, pubblicate in diverse riviste o miscellanee, di assai difficile reperibilità.
Davvero sorprendenti appaiono all'ascolto le atmosfere evocate dal Postludio (1898): etereo, grave e solenne; d'impianto modale, articolato con un fluente crescendo-diminuendo. Che dire, poi, dell'Ave Maria (seconda) – sicuramente molto meno frequentata della prima (op. 140, n. 2) – ma incredibilmente avvincente, svolta come un proporzionato poema sinfonico-mistico. O dell'Interludio (1911) dedicato alla memoria del grande Vincenzo Antonio Petrali, «Il principe degli organisti italiani». Un brano, quest'ultimo, che sembra essere stato «sciacquato nella Senna», ma che indubbiamente conserva il suo accento italico nella misura dell'espressiva cantabilità.
La qualità di queste squisite composizioni viene resa tangibile grazie alla tipologia degli strumenti prediletti dal Bossi, in grado di restituirne il corretto idioma. La scelta di Macinanti stavolta è caduta su due organi meravigliosi e autentici, come il Serassi/Vegezzi-Bossi/Vittino (1910) della Cattedrale di Saluzzo e il Carlo Vegezzi-Bossi (1912) di S. Martino ad Antagnod.
Il disco contiene anche il celeberrimo Chant du soir (op. 92, n. 1), che nella lettura del maestro bolognese tocca vertici assoluti per cantabilità, espressività, colore e libertà di fraseggio. Il tutto finalizzato a una visione della musica che va ben oltre le note e le indicazioni poste dall'autore, sublimandosi così in una spontanea testimonianza di amore per l'Arte.
Inoltre, come esempio dello studio sul processo compositivo di Bossi, sono state registrate anche la Suonata [op. 3b] e l'Ouverture op. 3; naturale complemento della Suonata per organo [op. 3a - 1879], contenuta nel terzo volume.
ADAFA – Domenica 17 aprile 2011, ore 17,30
“Rigoletto e gli altri: la figura paterna nelle opere di Giuseppe Verdi”
Nel primo incontro del programma presentato dalla Commissione musicale (presieduta da Raffaella Barbierato) Evelino Abeni proporrà una conferenza-concerto sul tema dei padri verdiani.
Nel mondo lirico di Verdi il ruolo del ‘padre’ occupa una posizione centrale non solo dal punto di vista narrativo, ma anche e soprattutto da quell dell’invenzione musicale e della caratterizzazione vocale: a darne esempio – eseguendo arie e duetti tratti da Nabucco, Oberto conte di san Bonifacio, I due Foscari, Traviata e Don Carlos – saranno il baritono Valentino Salvini e il basso Frano Lufi, accompagnati al pianoforte da Alberto Bruni.
MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)
"Alto signore dei suoni" (D'Annunzio)
Celebrazioni nel 150° della nascita
Bologna: 16 - 21 MAGGIO 2011
promosso da
Conservatorio di musica "G.B. Martini" - Bologna,
Associazione Musicaper
Casa Discografica "Tactus" nel 25° della fondazione
in collaborazione con
Comune di Bologna, Museo della Musica, Accademia Filarmonica
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Conservatorio "B.Marcello" di Venezia,
Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli, Conservatorio "G.Verdi" di Milano,
Conservatorio "L. Refice" di Frosinone, Conservatorio "G.F. Ghedini" Cuneo
Associazione Organi Antichi
RAI Radio Tre Suite
con il patrocinio di
Provincia di Bologna
Regione Emilia Romagna
CON L'ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
PROGRAMMA
Lunedì 16 maggio 2011 ore 21.00
Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna - Piazza Rossini 2 - Bologna
BOSSI SOIRÉE
CONCERTO-CONVERSAZIONE
in collaborazione con RAI RADIO TRE e Associazione Organi Antichi
Partecipano: Valentina Losurdo (Rai Tre), Piero Mioli, Gian Enzo Rossi, Andrea Macinanti, Schubert Trio
Musiche di Marco Enrico Bossi
Schubert Trio (Giulio Giurato, pianoforte - Andrea Noferini, violoncello - Roberto Noferini, violino)
Organo: Andrea Macinanti
Ingresso libero
Mercoledì 18 maggio 2011
ore 10.00-12.30 / 14.30-17.00
Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna - Piazza Rossini 2 - Bologna
ASPETTI TECNICI E FORMALI DELLA SCRITTURA ORGANISTICA DEI SECOLI XX E XXI
SEMINARIO
in collaborazione con Associazione Organi Antichi
Conversazione con i Maestri Cristina Landuzzi, Luca Salvadori, Massimo Nosetti, Pier Damiano Peretti.
Ingresso libero
Giovedì 19 maggio 2011
ore 20.45
Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna - Piazza Rossini 2 - Bologna
OMAGGIO A MARCO ENRICO BOSSI
PRECURSORE DELLA NUOVA SCUOLA ORGANISTICA ITALIANA
CONCERTO
in collaborazione con Associazione Organi Antichi
Musiche di Ettore Desderi
Nino Rota
E in prima esecuzione assoluta
Pier Damiano Peretti, Luca Salvadori, Cristina Landuzzi
Violinista: Constance Frei
Organisti: Massimo Nosetti
Pier Damiano Peretti
Luca Salvadori
Andrea Macinanti
Violinisti, Massimo Chiarotti, Stefano Nesi, viola Margherita Fanton, Violoncello, Antonello Mostacci
Ingresso libero
Venerdì 20 maggio 2011
ore 10.00-13.00 / 15.00-18.00
Museo della Musica - Strada Maggiore 34 - Bologna
L'ORGANISTA DALLE MILLE ANIME
BOSSI CONCERTISTA, COMPOSITORE, DIDATTA (1861-1925) CON UNA RIFLESSIONE SU TACTUS EDITORE (1986)
INCONTRO DI STUDIO a cura di Piero Mioli
Ore 10.00 - 13.00 Attorno e al tempo del Maestro
La parola a Donatella Pieri, Direttore del Conservatorio di Bologna, e Mauro Felicori, Direttore del settore Cultura del Comune di Bologna
1. Piero Mioli, Bossi fra Otto e Novecento. I registri di una vita e di un'epoca
2. Arturo Sacchetti, L'arte, la composizione e l'insegnamento dell'organo
3. Francesco Tasini, Elementi di tecnica organaria italiana
4. Donata Bertoldi, Musica antica e lontana al Liceo di Bologna
5. Michele Bosio, Sul movimento ceciliano
La parola a Loris Azzaroni, Presidente dell'Accademia Filarmonica di Bologna
Ore 15.00 - 18.00 Bossiana
1. Cristina Landuzzi, Riflessioni su poetica e stile
2. Andrea Macinanti, La perspicua produzione organistica
3. Mariateresa Storino, A un'altra tastiera: il pianoforte di un organista
4. Romano Vettori, Nobili tracce filarmoniche
5. Annarosa Vannoni, Due liriche pascoliane
Ingresso libero
Venerdì 20 maggio 2011
ore 21.00
Oratorio di San Filippo Neri - Via Manzoni 5 - Bologna
1911. BOLOGNA AL TEMPO DI MARCO ENRICO BOSSI
SPETTACOLO-CONCERTO
in collaborazione con Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
La Bologna di inizio secolo, fra arte, musica, costume e nuove tecnologie.
Voce Recitante: Paola Gassman
Narratore: Saverio Mazzoni
Pianoforte: Giulio Giurato
Violino: Roberto Noferini
Musiche di Marco Enrico Bossi
Testi, immagini e regia di Roberto Ravaioli
Ingresso libero
Sabato 21 maggio 2011
ore 10.00-13.00
Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna - Piazza Rossini 2 - Bologn
L'ORGANISTA DALLE MILLE ANIME
BOSSI CONCERTISTA, COMPOSITORE, DIDATTA (1861-1925) CON UNA RIFLESSIONE SU TACTUS EDITORE (1986)
INCONTRO DI STUDIO a cura di Piero Mioli
Ore 10.00 - 13.00 Dal vecchio rullo all'attualità della Tactus
1. Nicola Cittadin, Bossi plays himself. Archeologia e modernità discografica
2. Lara Uras, Bossi "antiquario", tramite il Vate
La parola a Gian Enzo Rossi, direttore delle Edizioni Tactus
3. Alberto Spano, Tactus e musica antica
4. Giovanni Tasso, Da Frescobaldi in avanti. La Tactus e la sua funzione in Italia
5. Vittorio Carrara, Pagine e stampe di musica e di Bossi
Nel corso dei lavori sono previsti interventi di Sonia Bo, Massimo Contiero, Antonio D'Antò, Paolo Manzo, Patrizio Marrone ed Edda Silvestri, Direttori rispettivamente dei Conservatori di Milano, Venezia, Frosinone, Cuneo, Napoli e Roma.
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Nel 150° anniversario della nascita, il Conservatorio "Giovan Battista Martini" di Bologna, assieme all'Associazione Musicaper e la Casa Discografica Tactus, promuove una settimana ricca di appuntamenti per promuovere la conoscenza e la rivalutazione di un musicista italiano di fama internazionale: Marco Enrico Bossi, grande compositore e organista, già direttore dal 1902 al 1911 dell'allora Liceo musicale di Bologna, come di molte altre importanti istituzioni musicali italiane (Roma, Napoli, Venezia), che saranno coinvolte nelle celebrazioni.
Si parte lunedì 16 maggio con una Soirée Bossi, con inizio alle ore 21.00 presso la Sala Bossi del Conservatorio "G.B. Martini". La serata intende promuovere al grande pubblico la conoscenza del repertorio e della parabola artistica di Marco Enrico Bossi. Esecuzioni dal vivo tratte dal grande repertorio organistico e cameristico (entrambe oggetto di una importante operazione discografica portata avanti dalla Casa bolognese Tactus), si alterneranno infatti a una piacevole conversazione di approfondimento alla quale parteciperanno gli interpreti (Andrea Macinanti all'organo e Giulio Giurato al pianoforte, Andrea Noferini al violoncello e Roberto Noferini al violino, componenti dello Shubert Trio), il coordinatore scientifico Piero Mioli, e l'AD Tactus, Gian Enzo Rossi.
Mercoledì 18 maggio è la volta di un importante appuntamento: a partire dalle ore 10.00 presso il Conservatorio "G.B. Martini" si terrà il seminario didattico "Aspetti tecnici e formali della scrittura organistica dei secoli XX e XXI", un passaggio importante delle celebrazioni bossiane perché in esso si darà nuova vita al suo forte intento pedagogico. Luca Salvadori, Massimo Nosetti, Cristina Landuzzi e Pier Damiano Peretti incontreranno le classi di composizione e di organo del conservatorio di Bologna per illustrare la portata della grande opera svolta dal Maestro, i cui frutti sono ancora oggi ben evidenti.
Si prosegue giovedì 19 maggio alle ore 20.45 presso la sala a lui dedicata, Sala Bossi del Conservatorio "G.B. Martini" (Piazza Rossini 2) con un concerto realizzato anche in collaborazione con l'Associazione Organi Antichi, dal titolo "Omaggio a Marco Enrico Bossi, precursore della nuova scuola organistica italiana". Marco Enrico Bossi è stato il più grande organista e compositore vissuto tra Otto e Novecento. Alla sua febbrile attività concertistica e compositiva, affiancò anche una determinante azione didattica che ebbe importanti esiti nella radicale riforma dei programmi di studio nei conservatori italiani. Grazie a Bossi, il modo di suonare e di comporre per l'organo conobbe nel nostro Paese un secondo rinascimento: furono costruite decine di strumenti moderni e i compositori italiani trovarono la forza per allinearsi ai capolavori che erano stati scritti oltr'alpe, mentre in Italia l'organo era quasi esclusivamente un surrogato dell'orchestra operistica. Ecco perché è doveroso iniziare una celebrazione del Maestro proprio dai suoi frutti più maturi, dagli esiti che ha avuto in una giovane scuola di compositori che, grazie a lui, dopo un secolo trova ancora nell'organo una fonte feconda di ispirazione. Nel caso specifico del 17 maggio, le partiture che verranno eseguite sono state composte espressamente per la serata e traggono ispirazione sia da tracce fornite dallo stesso Bossi nelle sue composizioni che dal mondo della poesia che lo circondò grazie all'amicizia di poeti come Fogazzaro e Pascoli.
Venerdì 20 maggio è la volta di altri due importanti momenti di riflessione e musica.
A partire dalle ore 10.00 presso il Museo della Musica (Strada Maggiore 34) prende avvio la prima giornata di lavori dell'incontro di studi "L'organista dalle mille anime. Bossi concertista, compositore, didatta (1861-1925) con una riflessione su Tactus editore (1989)". Prendere la parola su Marco Enrico Bossi musicista, oggi, significa tutto fuorché fare dell'archeologia musicale: nato 150 anni fa, e proprio per questo particolarmente memorabile, il maestro è scomparso nel 1925, non tantissimo tempo fa. Avendo lasciato tracce d'ogni sorta, dalle musiche alle lettere, dalla concertistica alla didattica, è un personaggio ancora vicino, sempre attuale, pressoché contemporaneo. Trattarne in un convegno (Bologna, 20-21 maggio 2011) è stato uno degli obiettivi di questa manifestazione maggiore a lui dedicata: un manipolo di studiosi proveniente da diverse parti d'Italia, spesso lievitate dalla sua presenza diretta, ne illustreranno diversi momenti della vita e dell'opera, spaziando!
dai settori più noti della produzione e carriera organistica ad altri nuovamente indagati. A questi lavori di ricerca s'aggiungeranno poi vive testimonianze di personalità della musica e della cultura bolognese e italiana in genere, con una considerazione particolare per la casa discografica Tactus che, celebrando i suoi primi 25 anni di vita, vanta un catalogo dove l'Organista dalle mille anime figura splendidamente.
Alle ore 21.00 presso l'Oratorio di San Filippo Neri (Via Manzoni 5), grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, lo spettacolo-concerto "1911 - Bologna al tempo di Marco Enrico Bossi" ci riporterà nel clima culturale, estetico e sociale di inizio secolo, un viaggio suggestivo nelle immagini, nelle parole e nei suoni di un'epoca importante per la nostra città.
1911. È l'ultimo anno di permanenza a Bologna di Marco Enrico Bossi, direttore del Conservatorio e musicista apprezzato a livello internazionale. La sua musica da camera ha il lirismo della scuola italiana ed il rigore compositivo di quella tedesca, permeata di un pensiero al tempo stesso melodico e sinfonico, sempre piacevole, mai banale. Sarà la colonna sonora di una serata dedicata alla Bologna di quegli anni, nei quali la città cambia volto urbanistico, si potenziano gli ospedali, in un clima di ottimismo galvanizzato dalla fiducia nello sviluppo tecnologico. Vedremo la prima ripresa cinematografica di Piazza Maggiore, attraversata ancora da carrozze e cavalli, ma anche da uno dei tramvai appena entrati in servizio. E mentre il cielo della città è attraversato per la prima volta da un aereo, e il Bologna Football Club festeggia due anni di vita, le lettere di Bossi rivivono attraverso l'attore Saverio Mazzoni, mentre le poesie di Giovanni Pascoli, amico di Bossi, gli amori, e le speranze di una nuova epoca risuonano nelle letture di Paola Gassman. Al violino, Roberto Noferini, al pianoforte Giulio Giurato. Testi e Regia di Roberto Ravaioli.
Le celebrazioni termineranno Sabato 21 maggio con la seconda sessione dell'incontro di studi "L'organista dalle mille anime" che si terrà presso il Conservatorio di Bologna dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
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IL CONSERVATORIO "G.B. MARTINI" DI BOLOGNA
Nel 1804, quando venne aperto come Liceo Filarmonico, il "Martini" di Bologna fu la prima scuola pubblica e istituzionale di musica d'Italia e prese posto nell'ex convento agostiniano di San Giacomo Maggiore (dove è tutt'ora). Marco Enrico Bossi ne fu il direttore dal 1902 al 1911ed ebbe il merito di far pagare meglio tutti gli insegnanti, alla classe di contrappunto chiamò Luigi Torchi e a quella di musicologia il bibliotecario Francesco Vatielli, e nel 1908 ritenne che ormai fosse il caso di emanare un nuovo regolamento. Attualmente il Conservatorio di Bologna continua a proporre corsi tradizionali di tutti gli strumenti (dal flauto alle percussioni, tanto per darne un'idea), di canto, di coro e di composizione, di una durata compresa fra i cinque e i dieci anni, con tutte le note materie complementari d'obbligo (solfeggio, armonia, storia della musica ecc.); come tutti gli altri del paese. Ma dal 1999 (legge 508) ha dato spazio a una riforma radicale che, uniformando l'istituzione all'Università, prevede un triennio e un biennio, alla fine dei quali rilascia diplomi accademici di primo e di secondo livello e dal corrente anno accademico 2010-2011 ha sostituito definitivamente il vecchio sistema. All'incirca, gli studenti sono un migliaio e i docenti un centinaio.
L'Associazione Musicaper, che attualmente annovera più di duecento iscritti, è attiva a Bologna dal 1986, promuovendo la cultura musicale attraverso concerti, rassegne di arte e musica, corsi di musica di base e di perfezionamento, con particolare attenzione al dialogo fra i linguaggi, e alla valorizzazione dei beni culturali e artistici.
Tactus viene fondata nel 1986 da Serafino Rossi (1927-2009), imprenditore Bolognese di successo che, mosso da passione ed intuito, ha voluto così dedicare grande parte della propria vita alla musica. Serafino Rossi indirizza la linea editoriale dell'etichetta verso il recupero, salvaguardia e valorizzazione dell'enorme patrimonio musicale italiano. Così, attraverso la riscoperta di musiche ed autori italiani immeritatamente dimenticati dal mercato, Tactus inizia a realizzare le prime produzioni discografiche (principalmente di musiche inedite) avvalendosi di grandi giovani esecutori parte del nuovo movimento filologico che proprio in quegli anni muovevano i primi passi: Rinaldo Alessandrini, Enrico Gatti, Sergio Vartolo, Federico Maria Sardelli, ecc.. Il mercato e la critica comprendono ben presto l'importanza e la qualità del lavoro di Tactus che immediatamente si distingue ricevendo prestigiosi riconoscimenti di livello mondiale fra cui anche due nomination al Grammy Awards. Il catalogo Tactus include oggi oltre 500 titoli (dai Canti Gregoriani ad autori contemporanei) che, partendo a cui ogni anno si vanno ad aggiungere circa 20 nuove produzioni che, con rinnovata energia, continuano a seguire la filosofia iniziale. Pubblicato con grande successo alla fine dell'anno 2010, il cofanetto di 12 CD dell'Opera Omnia a stampa per tastiera di Girolamo Frescobaldi diventa così il simbolo dei primi 25 anni di Tactus: un lavoro iniziato nel 1986 con Sergio Vartolo (il primo Libro delle Toccate) e conclusosi nel 2009 con il completamento del repertorio da parte di Francesco Tasini. E medesima importanza sta assumendo, in concomitanza delle celebrazioni per il150° della nascita di Marco Enrico Bossi, nella quale Tactus è impegnata a fianco di prestigiose istituzioni musicali italiane, l'importante progetto di registrazioni dedicate al grande maestro. L'imminente pubblicazione del 6° volume (sui previsti 20) dell'opera Omnia Organistica, eseguita da Andrea Macinanti, si affianca all'incisione dei Trii per pianoforte, violino e Violoncello, realizzata dallo Schubert Trio (Roberto Noferini, violino, e Andrea Noferini violoncello, Giulio Giurato, pianoforte). Attualmente è inoltre in corso di registrazione l'integrale dei lavori per Pianoforte e violino, sempre ad opera di Giulio Giurato e Roberto Noferini. Un contributo decisivo e dovuto alla rivalutazione di Marco Enrico Bossi, scomparso nel 1925 all'apice della fama internazionale, e poi quasi dimenticato.