Translate

mercoledì 20 agosto 2008

Memorie di grandi direttori in concerto (3): Lorin Maazel

 Lorin Maazel


suggello della Stagione Concertistica 2003-2004 del Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, si è celebrato il sodalizio sinfonico tra la giovane Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini ed il vegliardo direttore-violinista Lorin Maazel: in programma la IV Sinfonia di  Mendelssohn e la I Sinfonia di  Mahler.


Più che in Mendelssohn, la componente ebraico-musicale è estremamente riscontrabile nella musica di Mahler. Nonostante egli abbia tentato più volte di stemperarla nella sfera cantabile del lied ereditata dai prediletti Haydn e Schubert, nel concetto di «musica-poetica» di Schumann, nella ciclicità dei temi, nel leit motiv di Wagner, nella confortante severità del corale luterano e del contrappunto rigoroso di Bach; questa riemerge, tra i walzer della Vienna decadente, intonata da un violino “errante” vibrante melodie di sapore frigio, dal continuo contraltare tra i modi maggiore-minore, dal suono sfumato di un'orchestrina kletzmer, dagli squilli del «corno di Gabriele». 


Tutto ciò è nel DNA della grande musica di Mahler, assolutamente manifesto sin dalla sua I Sinfonia. Lorin Maazel ha letteralmente rapito l’attenzione dello strabordante pubblico cremonese. 


Egli ha infatti enfatizzato la componente operistica della musica di Mahler: l’unico compositore-operista, che però non ha mai scritto un’opera lirica; bensì Nove Sinfonie nelle quali sin dalla prima nota si alza il sipario e si consuma una tragedia  dalle emozioni laceranti e dai contrasti manichei, che ha come protagonista l’universo dell’umano sentire. 


Hanno colpito l’assoluta padronanza tecnico-espressiva dell’Orchestra Toscanini, composta totalmente da giovani e promettenti musicisti. Il gesto estremamente preciso ed elegante, distaccato, ma coinvolgente di Maazel è stato preso alla lettera dalla sicura compagine orchestrale. 


Ne è scaturita un’interpretazione che ha posto l’accento sul Mahler chiave di volta nel passaggio dalla grande tradizione musicale tedesca di durata secolare, alla rottura tonale effettuatasi nel primo ventennio del secolo scorso. Maazel ha sviscerato la linfa vitale che nutre la musica di Mahler: Bach, Haydn, Beethoven, Schumann, Wagner, Bruckner; ed ha fatto presagire cosa essa sia poi diventata passando attraverso le mani di Schönberg, Berg e Webern.

Nessun commento: