Translate

domenica 27 febbraio 2011

CARLO MOSSO - Letizia Romiti





CARLO MOSSO

Suite per organo; Liber Organi; Tre pezzi per armonium

PAUL HINDEMITH

Sonate I


Organo, Letizia Romiti


TACTUS TC 931301




Come sempre, l'etichetta bolognese TACTUS prosegue perorando la causa della musica italiana; e lo fa con lungimiranza, non rifugiandosi in intellettualistiche operazioni di archeologia musicale – fini a sé stesse – ma scandagliando la storia del «bel paese» nelle sue variegate pieghe, ricche di genuine realtà musicali, remote e contemporanee.

Il disco dedicato alle opere per organo di Carlo Mosso (1931-1995) – bibliotecario del Conservatorio di Torino, nonché insegnate di composizione e direttore del Conservatorio di Alessandria – è un esempio lampante di quanto appena asserito. Un nome ai più sconosciuto, ma che vale davvero la pena incontrare attraverso l'ascolto. L'encomiabile medium è Letizia Romiti, che – attraverso l'organo Pinchi op. 421 del Conservatorio «Vivaldi» di Alessandria, ma soprattutto grazie all'edizione moderna delle musiche organistiche di Mosso appena licenziata, insieme a Marco Santi, per Bèrben di Ancona – dà vita a un affascinante percorso estetico che lega le opere del musicista piemontese (allievo di Luigi Perrachio e Massimo Mila) alla ben nota e poliedrica figura di Paul Hindemith (1895-1963).

La Suite per organo (in sei movimenti) risale a 1971 ed è dedicata all'eclettico musicista monferrino Roberto Cognazzo – che la eseguì, tra l'altro, al prestigioso organo dell'auditorium del Conservatorio «Verdi» di Torino – istituzione presso cui, per molti anni, egli fu apprezzato come insegnante di lettura della partitura, formando illustri allievi.

Si tratta di una composizione che impiega in prevalenza la tecnica dodecafonica associata a forme rigorose, quali ad esempio il canone. I brani, pur essendo di concise proporzioni, rifulgono in tutta la loro spazialità, grazie alla magistrale concertazione di Letizia Romiti che ben conosce i segreti dell'organo del Conservatorio di Alessandria, presso cui è titolare della cattedra di organo e composizione organistica. Si segnalano per lo spirito francese i brani dal titolo Omaggio e Colore, con tutta probabilità un'allusione a Olivier Messiaen.

Con gli undici fogli d'album dal titolo Liber Organi (1975) – lavoro dedicato a Massimo Mila – si può apprezzare, invece, un linguaggio essenzialmente modale e diatonico; piacevolmente evocativo. Anche qui sembra aleggiare il fantasma delle numerose raccolte «liturgiche» assai diffuse in Francia; dai Postludes Libres di Charles Tournemire, ai 24 Pièces di Jean Langlais, passando per le miniature di Jean-Marie Plum, sino ad arrivare alla suprema sintesi dei Préludes Liturgiques di Gaston Litaize. Il contrappunto non viene mai meno, si possono apprezzare infatti le due diatoniche Fughette, a volte compare ancora un cromatismo vicino a Messiaen, come in Corale e frase e Gioco del Ventaglio e Scherzo, subito rasserenato dalla malinconica aria su basso ostinato dal titolo Intermezzo. Questa musica – apparentemente semplice, ma frutto di un ampio processo di razionalizzazione – viene esaltata al massimo dalla Romiti grazie a una tavolozza timbrica eterogenea e affettivamente coerente con lo spirito dei diversi brani, proposti e vissuti con coinvolgente partecipazione emotiva.

I Tre pezzi per armonium (1957) fanno da trait d'union alla Sonate I di Hindemith. Infatti Mosso – durante il suo periodo di formazione – elaborò tre melodie per armonium traendole dal secondo volume del trattato Armonia tradizionale di Hindemith, nacquero così Malinconia, Scherzando e Rassegnazione, cimento compositivo del giovane Mosso in piena sintonia con la poetica hindemithiana, che prediligeva l'armonium come strumento idoneo alla ricerca di un personale e intimo linguaggio musicale.

L'omaggio a Carlo Mosso viene suggellato da una lettura adamantina e ben spaziata dell'apollinea architettura organistica creata da Paul Hindemith nel 1937. Le asperità, la ritmica tagliente e l'apparente spolvero di asetticità – di solito associate a questa musica – vengono definitivamente abbandonate dalla composta cantabilità di Letizia Romiti.

Nessun commento: